Le tartarughe – Sonetto

Tanto servili e tanto meste paiono,

quando al terrazzo vanno fra le fughe

di sordide piastrelle e ricompaiono

vestite di un igloo, le tartarughe.

 

Se vi pensavo statiche e noiose,

turbato da un così barbaro dono,

guardarvi è fra le cose più gioiose

e adesso vengo a chiedervi perdono.

 

Che non gioir di voi sarebbe dolo,

oltraggio non vedere in voi me vecchio

che vuole intorno a sé la cara pace.

 

Cos’altr’io son se non un uomo solo

che duole ormai a interrogar lo specchio

e ammira chi zittisce e a tratti tace?

Settembre 2014