quando al terrazzo vanno fra le fughe
di sordide piastrelle e ricompaiono
vestite di un igloo, le tartarughe.
Se vi pensavo statiche e noiose,
turbato da un così barbaro dono,
guardarvi è fra le cose più gioiose
e adesso vengo a chiedervi perdono.
Che non gioir di voi sarebbe dolo,
oltraggio non vedere in voi me vecchio
che vuole intorno a sé la cara pace.
Cos’altr’io son se non un uomo solo
che duole ormai a interrogar lo specchio
e ammira chi zittisce e a tratti tace?
Settembre 2014